Effetti secondari della quarantena sulle coppie

La situazione che stiamo attualmente vivendo può sembrare quasi una bella vacanza: niente scuola, niente lavoro, tanto tempo da passare con la famiglia che nel tran tran di tutti i giorni non si riesce mai a godere.

Se non fosse che siamo obbligati a restare chiusi in casa per scongiurare un virus potenzialmente letale che sta mettendo in ginocchio il nostro paese e il mondo intero.

Una situazione di questo tipo comporta, quindi, un forte carico di stress sulle persone, dovuto al senso di terrore per il timore che possa ammalarsi o morire qualcuno a noi caro, l’incertezza della situazione in sé che non si sa quando e come si risolverà e alcune famiglie stanno risentendo di problemi economici. Inoltre, una pandemia viola il concetto che il mondo è benevolo, ordinato, sicuro e prevedibile, quindi, le persone sono costrette a mettere in discussioni i vecchi schemi mentali per costruirne di nuovi, in modo da poter percepire di nuovo la padronanza sulla propria vita.

Tutto questo può avere delle ripercussioni sui legami di coppia rendendoli particolarmente vulnerabili: aumentano, infatti, i problemi e diminuiscono la comprensione reciproca e la comunicazione.

All’interno delle famiglie possono verificarsi cambiamenti importanti e il carico emotivo accresce poiché la gestione familiare deve tenere conto di tutti i cambiamenti che una forzata convivenza può richiedere(Bonanno et al., 2010; Cohan & Cole, 2002). Simonelli, una psicologa della Sapienza di Roma, spiega che “le coppie non sono abituate a condividere ventiquattro ore al giorno degli spazi, senza avere quell'ossigeno che ognuno di noi prende attraverso tutta una serie di attività personali o lavorative”.

Durante le vacanze si ritrovano a vivere momenti di questo tipo e ciò che si è osservato è che a settembre aumentano le separazioni. In questo caso specifico vi è anche da considerare l’elemento di emergenza che rende il tutto ancora più difficile. Quindi, è importante che ognuno si ritagli degli spazi di silenzio e autonomia in cui può leggere, ascoltare musica o parlare al telefono; infatti, una relazione simbiotica la si può avere solo nella fase iniziale di innamoramento, dopodiché è importante anche dedicare del tempo a sé stessi.

Un fattore protettivo in situazioni tanto difficili, come quella che stiamo vivendo oggi, è il sostegno sociale, ma questo viene meno in una condizione di quarantena in cui siamo isolati socialmente e, di conseguenza, l’unico supporto disponibile rimane il nostro partner. I coniugi diventano così le fonti primarie di sostegno e ci si aspetta da loro di essere supportati e sostenuti in un momento di tanta fragilità. Tuttavia, tendiamo a dimenticare che anche l’altro sta vivendo la medesima condizione e che, quindi, non sempre le nostre aspettative possono essere soddisfatte (Bonanno et al., 2010).

C’è, anche, apprensione per il possibile aumento di violenza domestica dovuta ad un carico eccessivo di preoccupazioni che possono trovare sul coniuge una valvola di sfogo. In questo periodo, in cui vige l’obbligo di stare in casa, si è preoccupati per quelle donne vittime di violenza e sui social si stanno lanciando molti appelli a chi si ritrova in pericolo a chiedere aiuto, ricordando che si può chiamare gratuitamente il numero 1522, servizio pubblico della Presidenze del Consiglio-Dipartimento Pari Opportunità (Bonanno et al., 2010).

L’Occidente si trova per la prima volta a dover affrontare una condizione critica, sconosciuta che ci obbliga a rispettare misure restrittive mai sperimentate prima e tutto ciò che è sconosciuto provoca grande tensione e stress che potrebbe portare le persone ad agire e attuare grossi cambiamenti di vita.

Uno studio che ha esaminato prospetticamente i cambiamenti nei tassi di matrimonio, divorzio e nascite a seguito dell’uragano Hugo verificatosi nel 1989, ha messo in risalto l’aumentato numero sia di matrimoni e nascite sia di divorzi. In alcuni casi il disastro ha semplicemente accelerato la transizione verso cui le coppie già procedevano, in altri ha portato a transazioni che potevano non verificarsi (Cohan & Cole, 2002).

Questi dati vengono confermati dal boom di divorzi che si sta verificando in Cina, adesso che l’allarme per la pandemia sta rientrando e le persone ricominciano lentamente a vivere la propria vita. Ci si chiede quindi se anche in Italia ci saranno conseguenze di questo tipo. Come fa notare la matrimonialista Anna Bernardini de Pace in un’intervista, vi sono molte coppie che si stavano separando e che ora si ritrovano a dover convivere sotto lo stesso tetto e che, al momento, sono costrette a rinviare le separazioni. Lei auspica che una situazione di questo tipo possa portare, almeno alcune di loro, a un riavvicinamento e produrre cambiamenti positivi all’interno della famiglia. Infatti, la forzata convivenza porta con sé anche la forzata lontananza dagli amanti e questo spera possa portare molte coppie a riscoprirsi.

In momenti di elevato stress, come quelli che stiamo vivendo oggi, sarebbe utile attivare stili di coping adeguati alle circostanze. All’interno delle coppie sono presenti degli stili di coping diadici, cioè delle strategie che vengono messe in atto per aiutarsi a vicenda nella gestione emotiva. Coyne e Smith (1991) hanno identificato due principali tipi di coping: l’impegno attivo e il buffering protettivo. Il primo è il tentativo di impegnarsi nella risoluzione di problemi interpersonali o discutere di come si sente il partner; il secondo è il tentativo di evitare il conflitto o nascondere il proprio disagio emotivo. Si è visto che un aspetto che influisce sulla stabilità di coppia è la riluttanza a condividere i propri sentimenti e reazioni.

Per evitare di incorrere in una possibile disgregazione della coppia ora più che mai è importante usare delle strategie utili a fronteggiare lo stress. Dagli studi si è visto che l’impegno attivo porta maggiori benefici per il mantenimento del benessere di coppia, sia se c’è un coinvolgimento attivo positivo sia un coinvolgimento attivo negativo: per esempio, anche esprimere sentimenti di rabbia porta a un confronto costruttivo di cui alla fine non si può che beneficiare.

Anche il buffering protettivo ha degli aspetti positivi, ma solo se usato in un primo momento quando il partner è all’apice di un momento stressante. Infatti, se si osserva l’altro particolarmente provato emotivamente dalla situazione è bene in quel momento offrire il proprio sostegno mettendo momentaneamente da parte il proprio benessere emotivo, per poi discuterne in un secondo momento. Questo comportamento aiuta il partner a recuperare emotivamente, permettendogli di ritirarsi leggermente e proteggere anche l’altro da possibili conseguenze emotive dovute allo stress. È importante però non lasciare le cose in sospeso e tenersi tutto dentro perché questo potrebbe aumentare il senso di solitudine e accrescere l’insoddisfazione di coppia (Story & Bradbury, 2004).

Le esperienze negative possono, quindi, essere terreno di prova su cui le coppie possono migliorare le strategie di coping e, se ben gestite, far avvicinare ulteriormente. Questo è confermato dal fatto che sia stato registrato un aumento di nascite e matrimoni a seguito dell’uragano Hugo: un disastro può far avvicinare le persone e dà l’opportunità di una crescita psicologica attraverso il miglioramento delle strategie di coping a sopportare e gestire meglio lo stress (Cohan & Cole, 2002).

 

Articolo a cura di: dr.ssa Marta Sabato 

 

Bibliografia

Bonanno, G. A., Brewin, C. R., Kaniasty, K., & La Greca, A. M. (2010). Weighing the costs of disaster: Consequences, risks, and resilience in individuals, families, and communities. Psychological Science in the Public Interest, 11(1), 1–49. https://doi.org/10.1177/1529100610387086

C. L. Cohan & S. W. Cole (2002). Life course transitions and natural disaster: Marriage, birth, and divorce following Hurricane Hugo. Journal of Family Psychology, 16(1), 14–25. https://doi.org/10.1037/0893-3200.16.1.14

J.C. Coyne, D.A. Smith. (1991). Couples coping with a myocardial infarction: A contextual perspective on wives' distress. Journal of Personality and Social Psychology, 61 (1991), pp. 404-412.

L. B. Story & T. N. Bradbury (2004). Understanding marriage and stress: Essential questions and challenges. Clinical Psychology Review, 23(8), 1139–1162. https://doi.org/10.1016/j.cpr.2003.10.002

Immagine tratta da haaretz.com