Osip Ėmil'evič Mandel'štam

M'è dato un corpo – che ne farò io di questo dono così unico e mio?
Sommessa gioia di respirare, esistere: a chi ne debbo essere grato? Ditemi.
Io sono giardiniere, e sono fiore; nel mondo-carcere io non languo solo.
Già sui vetri dell'eternità è posato il mio respiro, il caldo del mio fiato.
L'impronta lasceranno di un disegno, e più non si saprà che mi appartiene.
Scoli via la fanghiglia dell'istante: rimarrà il caro disegno, intatto.

 

Poeta, letterato e saggista russo, esponente di spicco dell'acmeismo.